Gli Open for fun ci raccontano la loro Medicine e altre storie

Gli Open for fun ci raccontano la loro Medicine e altre storie

Formati nel 2010 si contraddistinguono per il sound formato da linee vocali e riff melodici contrapposti a ritmiche aggressive.

Dopo l’uscita degli EP “They Hope We’ll Never Find the Answer” nel 2012, e “Open for Fun”, gli ultimi giorni del 2017 fanno uscire il primo album “Gravity”, accompagnato dall’omonimo singolo.

Dal 2019 collaborano con Sorry Mom, accrescendo la loro presenza nella scena musicale e riscuotendo crescente successo.

Parliamo degli Open for fun, che hanno negli anni collezionato applausi e km, come ci spiegheranno a seguire nella bella intervista che ci hanno concesso, e tornano in questi giorni alla ribalta con “Medicine”. Brano che tratta il tema dell’indecisione e della ricerca di risposte, “Medicine” rappresenta nel testo uno sviluppo della tematica esistenziale ben riuscito e profondo, che trova il completamento dalla melodia e dall’arrangiamento fatto di un giusto equilibrio di background elettronico e potenza sonora. Interessante e funzionale, lo sviluppo delle sezioni del brano che offrono armonia timbrica e d’intensità.

Avviciniamoci di più al mondo degli Open for fun, a questo punto, facendocelo raccontare direttamente da loro!

Com’è nata la passione per la musica?

Siamo tutti nati a cavallo degli anni 90 e siamo cresciuti guardando MTV, era inevitabile! Ci siamo tutti approcciati alla musica da piccoli, chi con strumenti diversi da quelli attuali e chi direttamente con questi ultimi.

Cosa significa e com’è nato il nome “Open for fun”?

Il nome è nato insieme alla band nel lontano 2008 quando volevamo divertirci fra di noi dopo scuola e suonare senza prenderci troppo sul serio ed essendo “aperti” ad ogni approccio musicale, da li lo abbiamo mantenuto anche quando abbiamo deciso di portare sui palchi la nostra voglia di suonare.

Come è stato concepito il singolo “Medicine”?

Il singolo Medicine è stato concepito musicalmente in collettivo, come da nostra storica abitudine, e con l’attenta e premurosa supervisione del nostro co-produttore Rob the Child. Per quanto riguarda il testo ci piace attendere a fine pezzo e vedere quali sensazioni ci ispira, chiudere gli occhi ed inquadrare un’immagine da cui partire.

E com’è nato il suo videoclip?

Vista la tendenza 80s del pezzo volevamo dare un tocco nostalgico

E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?

Al momento ci stiamo concentrando sulla produzione di singoli da fare uscire separatamente, ma non escludiamo niente!

Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?

Oh beh, è stato molto divertente, a volte duro, durissimo, ma sempre soddisfacente. Ci siamo evoluti molto nella nostra storia assieme, diversi membri si sono susseguiti nelle nostre fila, ma ci sentiamo di ringraziare tutti per l’apporto che hanno dato, per le spinte musicali che hanno sottoposto e per la gioia condivisa nel creare e portare su diversi palchi il nostro progetto.

Quali sono le influenze artistiche?

Le influenze artistiche di base sono uguali per tutti, dal pop punk al crossover, in generale si possono assimilare ai gusti di tutti band come Blink 182, Linkin Park, Fall Out Boy, Panic! At the Disco.

Quali sono le collaborazioni musicali?

Al momento non abbiamo fatto alcuna collaborazione particolare, ma forse in un futuro non troppo lontano… chissà..

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?

Essendo la musica una valvola di sfogo, una zona franca in cui potere esprimere noi stessi, vogliamo trasmettere i sentimenti e le emozioni che segnano i nostri periodi importanti, siano esse positive o negative.

Com’è nata la collaborazione con “SorryMom” per il lavoro in promozione?

È nato tutto grazie ad un amico comune che ci ha presentati e ci siamo trovati entrambi bene. il modo di lavorare molto professionale ma la conviviali familiare rendono tutto molto a misura d’uomo ed è veramente un piacere poter lavorare assieme!

Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?

Adoriamo suonare live, abbiamo avuto la fortuna di trovare sempre delle realtà interessanti, le due tournée in Russia rimarranno sempre ben impresse nel nostro cuore, è stato bellissimo incontrare gente così calorosa ed ospitale e condividere 10.000 km di strada assieme è stato veramente catartico per le nostre relazioni interpersonali. Non amiamo fare concorsi, la musica ci piace vederla come un’espressione da condividere non come una gara.


Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

La scena musicale italiana è piena di ottimi musicisti e belle realtà musicali! Veniamo da una scena musicale che era molto coesa, ci piacerebbe poter tornare a quel tipo di realtà!

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?

Certamente ci piacerebbe sapere la vostra opinione sulla versione di Iris che abbiamo pubblicato! Un brano che ci sentiamo di consigliare nei vecchi ascolti è Gravity, un pezzo a cui teniamo particolarmente!

Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?

La situazione è chiaramente dura, noi fortunatamente dal punto di vista lavorativo non possiamo lamentarci, abbiamo sempre lavorato, ma come artisti abbiamo accusato un po il colpo, non siamo indifferenti alla sofferenza, è stato difficile proseguire la stesura dei pezzi nella prima parte della pandemia, ma siamo riusciti a creare dei brani che non vediamo l’ora di condividere con voi!

Quali sono i programmi futuri?

Continuiamo con la creazione di contenuti musicali e non sperando di poter tornare presto ad una normalità e poter ricominciare a girare! Ci mancano i live!

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