Intervista a Nadia D’Aguanno

Nadia D’Aguanno muove dapprima i suoi primi passi nella danza e come se fosse in un film, il racconto della sua folgorazione con la musica arriva in modo poetico. Con la sua storia, la sua grande umanità e la carica artistica che ci travolge con una dolce prorompenza, Nadia D’Aguanno racconta del suo nuovo singolo “Volare via”. Un brano ricco di una carica interiore e personale dell’autrice, che vive come brano catartico e ci emoziona colpendo ciascuno di noi con un tema, quello dell’amore e dei suoi sviluppi interiori, che è stato ed è si trattato da tanti artisti, ma con innata originalità. Questo non è che un brano espressione del suo bagaglio ricco di esperienze, traguardi e soddisfazioni, cui non mancheranno ulteriori espressioni di originalità e sensibilità. Noi seguiremo sicuramente una tale artista che con semplicità riesce a svolgere il grande compito, e responsabilità, di emozionarci con la sua arte.

Com’è nata la tua passione per la musica?

La passione per la musica è stata sempre presente nella mia vita, fin da bambina. È nata quasi inconsapevolmente da una sensazione che, a quell’età, non riuscivo molto a decifrare, ma che con il tempo è andata consolidandosi sempre di più. Un giorno, da piccola, mentre ero a lezione di danza, ho ascoltato un pianoforte suonare, mi sentivo trasportare da quella melodia, la trovavo bellissima. Quel momento non lo dimenticherò mai perché, in quel preciso istante, ho preso consapevolezza del mio amore per la musica. Così ho cominciato a studiare pianoforte, successivamente il canto e poi, da lì, anche a scrivere le prime canzoni. 

Come è stato concepito il singolo “Volare Via”?

“Volare via” è nata da una percezione, come tutte le canzoni che scrivo. Darsi ascolto e riconoscere ciò che si prova è importante per capire meglio se stessi e, scrivere le proprie emozioni, significa prendere consapevolezza della propria interiorità. Ho sempre pensato che l’amore fosse un tema estremamente difficile da trattare e fondamentalmente lo penso ancora. Sicuramente anche perché tutti lo proviamo almeno una volta nella vita. Un unico sentimento che viene percepito differentemente da ciascuna persona del mondo. I caratteri dell’amore sono quindi sbiaditi e disegnati dalla soggettività di ognuno di noi. Allora, ho voluto personificare l’amore, cosicché per una volta, non dovessimo essere noi a decifrarlo ma lui a presentarsi a noi.  Naturalmente è un testo molto intimo che rappresenta la mia visione di questo sentimento. E la musica si è originata, allo stesso modo, spontaneamente, quasi come fosse una liberazione interiore in simbiosi con il testo.

E com’è nato il suo videoclip?

Per quanto riguarda la realizzazione del videoclip, non volevo che risultasse troppo carico di elementi data la delicatezza della canzone. All’inizio non sapevo come fare per rendere al meglio l’evanescenza dell’amore. Poi, un pomeriggio, casualmente, mi è capitato di osservare un’opera di un artista anonimo che mi ha aperto gli occhi. Essa si trova all’ interno di una raccolta nella quale, il famoso psicoanalista Carl Gustave Jung, ha voluto reclutare le immagini delle tempeste interiori che si agitavano nella psiche delle persone che assisteva.  L’ opera rappresenta una donna immersa in un fiume rosso che si lascia trasportare da esso.  Perciò ho capito che in realtà non c’era bisogno di molto per rappresentare un sentimento che nella sua forma è puro e molto semplice. È nato allora un video minimalista che mette al centro il sentimento protagonista della canzone e nel quale l’immagine del velo rosso indica il suo carattere avvolgente, onesto, libero da ogni condizionamento esteriore.  Ho prestato la voce a questo sentimento che, con questa canzone, desidera farsi conoscere agli altri.   

Quali sono le tue influenze artistiche?

Il mio principale modello di riferimento è Barbra Streisand. Il suo modo di interpretare e la sua tecnica vocale sono per me fonte di forte ispirazione. Sono poi affascinata dal mondo del Musical in generale (Broadway, il West End…). Di questo mondo, in particolare, non posso non nominare l’immenso ed irraggiungibile Andrew Lloyd Webber, un colosso della composizione. Nel tempo mi hanno ispirato anche modelli come Michael Jackson, Whitney Houston, Édith Piaf…Per quanto riguarda la scrittura, differentemente, cerco di attenermi quanto più possibile alla mia personalità. Un’opera rispecchia l’autore che la crea e quindi, credo sia importante per ogni artista mostrare pienamente se stesso nelle sue creazioni. Dopotutto, è il modo in cui si presenta agli altri e deve farlo nel modo più cristallino e vero possibile.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Specificatamente per questo ultimo progetto, mi sono avvalsa della collaborazione dell’etichetta discografica Ondesonore Records di Francesco Altobelli. La produzione del brano è stata curata da Pierluigi Garone, mentre il videoclip da Carlo Terenzi.

Raccontaci le pregiate esperienze di Festival Voci d’oro, del CET, Volto nuovo e gli altri?

Negli anni ho partecipato a varie esperienze. Ognuna di esse mi ha dato un qualcosa in più da aggiungere alla mia personalità artistica. L’ultima, in ordine di tempo, è stata la Finale del Festival di Castrocaro. Una gran bella esperienza! Mi ha reso molto felice che la mia musica e il mio mondo interiore siano stati fortemente apprezzati. E’ stato emozionante e molto formativo esibirmi su uno dei palchi italiani più ambiti dagli emergenti e ricevere, contestualmente alle esibizioni, preziosi consigli da artisti che hanno una carriera già ben definita. Precedentemente, nel 2018 ho partecipato al Festival Voci d’Oro ricevendo il premio in veste di Migliore interprete e il premio come vincitrice assoluta del Festival. Sempre in quell’anno ho vinto il Premio Volto Nuovo al Festival “La musica del mare” nella bellissima location di Porto Venere. E poi un grande riconoscimento per il testo della mia canzone “Dio è nessuno” che, è stato inserito nella raccolta “Autori scuola di Mogol 2019”, arricchito dalla prefazione dello stesso Mogol.

Come stai vivendo da artista e da persona questo periodo del covid 19?

Questo è un periodo molto particolare per il pianeta in generale. Io, in particolare, non mi sto facendo fermare da questa situazione spiacevole causata dal covid. Sicuramente questa pandemia mondiale mette molto alla prova quello che siamo sia a livello artistico che umano. Ciò che posso dire è che è necessario utilizzare questo tempo nel modo più “fruttuoso” possibile. Continuo con gli studi musicali, con i miei progetti e con i corsi all’Università. Se c’è una cosa che penso fortemente è che tutto quello che viviamo si presenta a noi per insegnarci qualcosa, quindi non facciamoci buttare giù dal momento difficile, ma pensiamo a quello che in futuro questa situazione ci avrà insegnato.

Quali sono i tuoi programmi futuri?

Programmi futuri, tantissimi. Continuare a proporre il nuovo. Nuova musica, nuovi testi, nuove percezioni.  Poi continuare a studiare per migliorare sempre. E per il resto starete a vedere, non voglio rivelarvi troppo.

http://www.ilblogdiandrea.com/2020/11/nadia-daguanno-lartista-che-sa-parlare.html

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