Intervista ai Flutua

Intervista ai Flutua

Un’anima punk, elettronica e groove: questo sono i Flutua, band che dal 2010 lavora per portare in giro la propria musica. Con un grande carico di grinta, i Flutua scrivono una musica molto interessante, che li ha portati da Como a nuomerosi palchi d’Italia. Il mix è creato da speciali ingrendienti: DanaDevis, Matteo e Franco, che negli anni raccolgono esperienze, testi e nuova musica, senza inutili fronzoli, nei brani e nei nuovi lavori.

L’incontro fortunato si deve, nel 2017, a Filippo Destrieri -produttore storico di Battiato e tastierista- che li sostiene e si offre nella produzione artistica. Nel 2018, perciò grazie al grande lavoro del fonico Fabio Fusi – che sostituirà Franco e Matteo, si arriva al loro primo EP: “Vota amore“.

Ma, al di là dei cenni biografici, parliamo direttamente con questa band eccezionale.

Cosa vuol dire Flutua e com’è nato questo nome?

Il nome Flutua nasce dal desiderio di leggerezza nella vita, di fluttuare nell’aria. Inizialmente avevamo pensato a Fluttua, poi abbiamo tolto una T per fare suonare il nome ancora più leggero.

Com’è nato il vostro brano “Tu vuoi tu puoi” in radio e streaming dal 25 settembre?

Tu vuoi tu puoi parla di questo episodio: una volta quando ero piccola mi trovavo in auto con i miei genitori e stavo canticchiando, quando mio padre mi disse che avevo una brutta voce, non sapevo cantare, che non ero portata per il canto a differenza di mia mamma che cantava bene in modo naturale.

Da quel momento in poi smisi di cantare davanti alle altre persone. Divenni incapace di cantare,  perché lo facevo senza alcuna speranza di poterci riuscire. Quel giudizio diventò una profezia che si auto avvera.  Quando sei piccolo i genitori hanno una certa autorità e qualsiasi giudizio è una verità. Crescendo capisci che chi ti ha giudicato spesso non ha le competenze per farlo. Ora vi posso dire che il canto si può imparare come qualsiasi altro strumento.  Bisogna solo avere fiducia.

Una campagna elettorale a favore del bene o cosa? Perchè “Vota l’amore”? 

In un certo senso sì.  In un momento in cui l’odio va per la maggiore, noi stiamo dalla parte dell’amore, l’amore nel senso universale del termine.  Il titolo mi è venuto in mente, pensando alla politica di Trump negli USA e a quella speculare in Italia di Salvini: legittima difesa sì, no gli immigrati e agli stranieri, teocon che pretendono di scegliere come devi vivere la  tua sessualità, chi puoi amare e chi no.

Qual’è il vostro segreto per far funzionare le vostre anime nel progetto Flutua?

Fare parte di una band è sempre un gran casino, per me è un pò come un matrimonio.  Gli ingradienti per stare bene sono:  sapersi divertire insieme, non prendersi troppo sul serio,  il rispetto delle altrui, saper apprezzare il contributo di ciascuno, evitare la megalomania.

Quali sorprese/progetti per il futuro?

Progetti per il futuro: nell’immediato suonare dal vivo, a breve registrare una nuova canzone  per un progetto particolare che per ora teniamo segreto.

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